QUARTO CONCERTO: “D’AMORE DI FOLLIA E DI MORTE”
I VESPRI DI GIOVANNI ANTONIO RIGATTI
Nel post di presentazione generale dell’edizione 2016 di PadovAntiqua avevamo detto di voler esplorare "il lato oscuro del barocco": con ciò si può anche intendere il desiderio di riscoprire musiche di allora che oggi sono, se non del tutto dimenticate, di certo sconosciute al grande pubblico. Il programma del concerto conclusivo del festival è dedicato proprio a un caso di questo tipo: quasi a voler esorcizzare la grandezza e la fama dei Vespri monteverdiani con cui abbiamo chiuso l’edizione passata, stavolta daremo voce ai Vespri di Giovanni Antonio Rigatti.
Il nome di questo compositore dirà poco all’ascoltatore odierno, eppure fu tra i massimi esponenti del barocco veneziano nella prima metà del XVII secolo; per sua sfortuna, in quegli stessi anni a Venezia operavano musicisti del calibro di Giacomo Rovetta, Francesco Cavalli e Alessandro Grandi, oltre ovviamente a Monteverdi - di cui tutti furono allievi cantori e poi assistenti (Grandi) o successori come maestri di cappella a San Marco (Rovetta e poi Cavalli). Anche Rigatti fu cantore sotto la direzione di Monteverdi, ma la sua carriera lo portò in un primo momento lontano da Venezia (fu nominato giovanissimo maestro di cappella a Udine) per poi terminare bruscamente con la morte sopravvenuta a soli 35 anni.
Così, è la morte il primo dei temi del festival 2016 a entrare di diritto come leitmotiv nel concerto conclusivo: morte precoce dell’uomo e della sua stessa musica, troppo presto dimenticata. È presente anche l’amore, però: quello verso Dio espresso dalla bellissima musica dei Vespri rigattiani e quello che noi vogliamo manifestare nei confronti di un compositore del “nostro” barocco, italiano e veneziano, riportandolo alla luce e al posto che merita nella storia della musica. Una scelta azzardata per una seconda edizione? Non lo neghiamo: senza dubbio, bisogna essere un po’ folli per presentare una proposta del genere... e così, ecco anche il terzo tema, la follia: con l’ultimo concerto si chiude il cerchio sul “lato oscuro del barocco”.