Nell’immagine: la caratteristica facciata “sghemba” di Santa Sofia. Fonte: www.visitabanomontegrotto.com.
L’ultimo concerto del festival PadovAntiqua 2016 si terrà in un luogo che si può a ragione definire la sintesi di molti secoli della storia di Padova: la chiesa di Santa Sofia in contrà Altinate. L’edificio odierno infatti, oltre ad essere uno dei più antichi esempi di architettura romanica della città, è il risultato di diverse fasi costruttive che tuttora sono di difficile interpretazione. Se la struttura principale risale sicuramente al XII secolo (la chiesa venne completata nel 1127), vi sono elementi di molto precedenti - come l’ordine inferiore di arcate dell’abside, che alcuni datano al secolo VII - e aggiunte di età gotica quali il campanile e il tetto con volte a crociera, entrambi realizzati nel corso del XIV secolo; senza contare la cripta sotterranea, proprio uno degli aspetti problematici per la cronologia costruttiva, le cui strutture architettoniche replicano quasi esattamente (ma in scala ovviamente ridotta) quelle della cripta di San Marco a Venezia. Infine, numerosi scavi archeologici hanno rivelato come la chiesa sorga sui resti di un antico tempio pagano di epoca romana. Di storia, insomma, ce n’è davvero tanta…
La particolarità più nota di Santa Sofia è l’inclinazione evidente della facciata, che dà l’impressione di incombere su chi la guarda dall’esterno: ciò è dovuto a un cedimento strutturale causato forse dal terremoto del 1117 (quindi occorso quando ancora la chiesa era in costruzione). Dal punto di vista artistico, vi sono prove che a Santa Sofia lavorò un giovanissimo Andrea Mantegna, che realizzò una pala d’altare (oggi perduta) nel 1448, quando aveva solo 17 anni - ed era già chiamato “magister”!
Una curiosità che invece riguarda più da vicino il nostro festival è il fatto che qui è conservata la fonte battesimale un tempo situata nella chiesa di Santa Caterina (teatro del nostro secondo concerto), nella quale, come vi avevamo già raccontato, furono battezzati i figli di Galileo.
Arte e storia si fondono a Santa Sofia in un caleidoscopio unico di stili: quale luogo migliore per concludere il nostro viaggio musicale?
L’ultimo concerto del festival PadovAntiqua 2016 si terrà in un luogo che si può a ragione definire la sintesi di molti secoli della storia di Padova: la chiesa di Santa Sofia in contrà Altinate. L’edificio odierno infatti, oltre ad essere uno dei più antichi esempi di architettura romanica della città, è il risultato di diverse fasi costruttive che tuttora sono di difficile interpretazione. Se la struttura principale risale sicuramente al XII secolo (la chiesa venne completata nel 1127), vi sono elementi di molto precedenti - come l’ordine inferiore di arcate dell’abside, che alcuni datano al secolo VII - e aggiunte di età gotica quali il campanile e il tetto con volte a crociera, entrambi realizzati nel corso del XIV secolo; senza contare la cripta sotterranea, proprio uno degli aspetti problematici per la cronologia costruttiva, le cui strutture architettoniche replicano quasi esattamente (ma in scala ovviamente ridotta) quelle della cripta di San Marco a Venezia. Infine, numerosi scavi archeologici hanno rivelato come la chiesa sorga sui resti di un antico tempio pagano di epoca romana. Di storia, insomma, ce n’è davvero tanta…
La particolarità più nota di Santa Sofia è l’inclinazione evidente della facciata, che dà l’impressione di incombere su chi la guarda dall’esterno: ciò è dovuto a un cedimento strutturale causato forse dal terremoto del 1117 (quindi occorso quando ancora la chiesa era in costruzione). Dal punto di vista artistico, vi sono prove che a Santa Sofia lavorò un giovanissimo Andrea Mantegna, che realizzò una pala d’altare (oggi perduta) nel 1448, quando aveva solo 17 anni - ed era già chiamato “magister”!
Una curiosità che invece riguarda più da vicino il nostro festival è il fatto che qui è conservata la fonte battesimale un tempo situata nella chiesa di Santa Caterina (teatro del nostro secondo concerto), nella quale, come vi avevamo già raccontato, furono battezzati i figli di Galileo.
Arte e storia si fondono a Santa Sofia in un caleidoscopio unico di stili: quale luogo migliore per concludere il nostro viaggio musicale?