“Le sue storie suggeriscono che nella vita di ogni creatura solo un sottile diaframma separa amore e malattia, sensatezza e demenza, passione e rimorso, vita e morte”.
(G. Feretto)
Questa citazione si riferisce ai “Racconti d’amore di follia e di morte” pubblicati nel 1917 dallo scrittore uruguaiano Horacio Quiroga (1878-1937), considerato il padre del racconto ispanoamericano moderno. Il titolo dell’opera (che dà il nome alla seconda edizione di PadovAntiqua), così come la frase citata, ci forniscono lo spunto ideale per introdurre il tema scelto per il 2016.
Amore, follia, morte: concetti che fanno pensare all’arte del XX secolo, tutt’al più all’epoca romantica; eppure... anche nella musica barocca - che alle orecchie dell’ascoltatore contemporaneo si caratterizza primariamente per l’articolata ma sempre esplicita struttura interna, la compostezza e la conformità a ben precise regole - non mancano gli “eccessi”, intesi come momenti nei quali prevale la volontà di esprimere (o, se preferite, la capacità di suscitare) le peculiarità della natura umana. E cosa ci rende umani più della facoltà di amare, della possibilità di agire irrazionalmente, infine dell’ineluttabilità del morire?
Così, in seno alla distaccata, razionale e “positiva” musica barocca possono annidarsi emozioni travolgenti, schegge di follia e misteri di morte... Proprio di questo andiamo alla ricerca con la seconda edizione di PadovAntiqua: quasi ci trovassimo nella selva dove Quiroga scelse di vivere per molti anni, vogliamo esplorare, per così dire, “il lato oscuro del barocco”.
(G. Feretto)
Questa citazione si riferisce ai “Racconti d’amore di follia e di morte” pubblicati nel 1917 dallo scrittore uruguaiano Horacio Quiroga (1878-1937), considerato il padre del racconto ispanoamericano moderno. Il titolo dell’opera (che dà il nome alla seconda edizione di PadovAntiqua), così come la frase citata, ci forniscono lo spunto ideale per introdurre il tema scelto per il 2016.
Amore, follia, morte: concetti che fanno pensare all’arte del XX secolo, tutt’al più all’epoca romantica; eppure... anche nella musica barocca - che alle orecchie dell’ascoltatore contemporaneo si caratterizza primariamente per l’articolata ma sempre esplicita struttura interna, la compostezza e la conformità a ben precise regole - non mancano gli “eccessi”, intesi come momenti nei quali prevale la volontà di esprimere (o, se preferite, la capacità di suscitare) le peculiarità della natura umana. E cosa ci rende umani più della facoltà di amare, della possibilità di agire irrazionalmente, infine dell’ineluttabilità del morire?
Così, in seno alla distaccata, razionale e “positiva” musica barocca possono annidarsi emozioni travolgenti, schegge di follia e misteri di morte... Proprio di questo andiamo alla ricerca con la seconda edizione di PadovAntiqua: quasi ci trovassimo nella selva dove Quiroga scelse di vivere per molti anni, vogliamo esplorare, per così dire, “il lato oscuro del barocco”.